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giovedì 6 novembre 2014

Perchè prima no e poi sì?


Scelte di responsabilità, a tutela di ambiente ed equità


Febbraio 2014. Consiglio comunale.
In consiglio comunale, a febbraio, avevo illustrato come nella zona interessata erano state commesse ingiustizie nella pianificazione urbanistica, prevedendo dei vincoli di inedificabilità solamente nelle zone residenziali e non anche nelle zone a destinazione produttiva. Avevo infatti fortemente criticato l’identificazione di cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B” da parte della passata Amministrazione, a discapito dell’equità e della tutela del territorio. Avevo inoltre criticato le modalità con cui la passata Amministrazione procedeva all’adozione (adozione, appunto) di un progetto senza il coinvolgimento dei cittadini e senza la necessaria tutela della zona residenziale adiacente al capannone in progettazione, prevedendo una fascia alberata troppo limitata e passando da una forzatura interpretativa, a mio personale parere, delle previsioni della scheda di trasformazione interessata (che prevedeva la tutela della fascia alberata esistente).

Ottobre 2014. Consiglio comunale.
Il progetto, DIVERSO, torna in aula per una DIVERSA fase amministrativa, l’approvazione (che è, appunto, DIVERSA dall’adozione), sulla base delle previsioni del (purtroppo) medesimo strumento di pianificazione (PGT) realizzato dalla precedente Amministrazione. Da una parte, quindi, la (legittima) richiesta di un’azienda che chiede di costruire (interesse privato), sulla base di un diritto garantito dalla legge, dalle previsioni del vigente PGT e dall’adozione del progetto da parte della passata Amministrazione; dall’altra parte l’attuale Amministrazione, chiamata a tutelare l’ambiente, l’equità e in generale l’interesse pubblico, con gli strumenti messi a disposizione dalla legge. L’Amministrazione ha quindi incontrato sia l’azienda che i cittadini proprietari dei terreni residenziali adiacenti al terreno interessato al fine di trovare una soluzione che, sulla base del PGT (purtroppo) vigente e nei limiti previsti dalla legge, avrebbe potuto tutelare il diritto (ahinoi) acquisito del privato a costruire e l’interesse pubblico alla tutela del territorio e all’equità. La soluzione, proposta nel Consiglio comunale di ottobre, è stata quella di approvare un progetto DIVERSO da quello adottato, con 400 mq di verde in più rispetto al progetto precedente, posizionato nella parte adiacente ai terreni residenziali. Il risultato, legittimato da un parere legale visionato successivamente al Consiglio comunale di febbraio, è stato quindi un bilanciamento di interessi a tutela dell’ambiente e dell’equità.

Riepilogando, perchè prima no e poi sì?
  • Perchè il progetto di ottobre era DIVERSO da quello di febbraio, con 400 mq di verde in più rispetto al progetto precedente.
  • Perchè a Febbraio si votava l’adozione, e non l’approvazione, del piano attuativo: se l’Amministrazione non avesse approvato il piano attuativo adottatto, il Comune avrebbe rischiato un ricorso al TAR con conseguente richiesta di annullamento e risarcimento danni (danni che avrebbero poi dovuto pagare tutti i cittadini rescaldinesi).

     Daniel Schiesaro
    Vivere Rescaldina

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