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...di come ci piacerebbe fosse il nostro paese.

martedì 25 novembre 2014

Alla faccia di chi dice...

...che parlare di legalità è solo appuntarsi una stella per dire "sono più bravo io".

https://www.youtube.com/channel/UCQwci17TPFMyjx4N9hskQBA?feature=guide


Una riprova arriva dal canale youtube del Comune di Rescaldina dove, dando un'occhiata al numero delle visualizzazioni del Consiglio Comunale, si vede chiaramente quali sono i temi di maggiore interesse:
30 luglio 2014 - tema: bilancio comunale - visualizzazioni 114
17 settembre 2014 - tema: IKEA - visualizzazioni 136
26 settembre 2014 - tema: diritto allo studio - visualizzazioni 135
7 novembre 2014 - tema: legalità e trasparenza - visualizzazioni 268

I dati parlano chiaro: rispetto al passato la partecipazione sta crescendo e la gente è attenta soprattutto in merito a quello che vuole dai politici: onestà e trasparenza. 

sabato 22 novembre 2014

Esondazione fontanile di Tradate: scadenze di TARI e TASI rinviate


In data 19 novembre la Giunta Comunale ha deliberato la proroga delle scadenze di TASI e TARI per i soggetti che hanno subito danni a causa dell’evento alluvionale della notte del 15 novembre.

Abbiamo ritenuto doveroso ed essenziale dare un segno di vicinanza ed aiuto, concreto ed immediato, a tutti i cittadini che a causa dell’esondazione hanno subito dei danni e che pertanto, per porvi rimedio, si trovano costretti ad impegnare risorse finanziare impreviste.
Dopo aver recapitato sacchi e sabbia, un altro intervento importante che è nelle nostre possibilità, seppur indiretto, è un’azione precisa dal punto di vista dei tributi locali.

Il saldo di TASI e TARI subirà quindi una proroga sino al 31 marzo. Le famiglie coinvolte verranno a breve contattate dall'Amministrazione per spiegare loro come accedere alla proroga; per potere accedere al beneficio infatti, oltre ad essere residenti nelle vie colpite dall’evento (via Adamello, Via Monviso, Vicinale delle Brughiere di Marnate e via Don Luigi Repetti nei numeri civici individuati dall'ufficio tecnico) sarà necessario presentare all’Ufficio Tecnico del Comune, entro il 31 dicembre, una richiesta di proroga correlata ad una stima dei danni subiti.

COLLINE VERDI... MA NON TROPPO



La discarica tra Gerenzano e Rescaldina (la più grande d'EUROPA) torna a far parlare di se. Era il 1962 quando si iniziò a riempire la cava della ditta Porro Castelli di Gerenzano con tutto il pattume e gli scarti industriali prodotti in Lombardia, e solo nel 1990 si pose fine a quello sconcio.

Fine dei problemi? Assolutamente no!
Le colline verdi dall'aspetto innocuo, tra Gerenzano e Rescaldina, se non sono monitorate e trattate a dovere, possono diventare un'autentica bomba ecologica.
Per questo motivo, con la conferenza del 14 Novembre scorso, l'amministrazione di Rescaldina ha deciso di raccontare la storia delle discariche che circondano il paese e di analizzare situazioni che molti tra il pubblico ritenevano essere risolte per sempre.
Il sindaco Michele Cattaneo, l'assessore all'urbanistica Marianna Laino e il delegato del comitato “La TerrA”, Giovanni Arzuffi, hanno preceduto con una breve presentazione il geologo protagonista della serata Pier Angelo Gianni, appartenente all'associazione “Gerenzanoforum”.

Pier Angelo Gianni, profondo conoscitore delle vicende nefaste che da 50 anni accompagnano la discarica di Gerenzano, ha disegnato un quadro terribile di ciò che è successo tanto tempo fa e di cosa ancora potrebbe accadere oggi. In quella cava con fondo ghiaioso, senza alcuna protezione sottostante, oltre ai rifiuti urbani per molti anni furono versate scorie industriali altamente inquinanti. Nel 1975 una direttiva europea stabilì che i rifiuti di genere diverso dovessero essere smaltiti separati e sottoposti a trattamenti differenti a secondo della loro composizione; oppure recuperati. Da quel momento in poi venne deciso che chi inquinava avrebbe dovuto pagare i danni procurati alla collettività. In Italia tali provvedimenti entrarono in vigore solo nel 1982 e gli abitanti di questa zona possono essere fieri di aver contribuito con le loro manifestazioni pacifiche a procurare quelle decisioni politiche.
Nella discarica di Gerenzano confluirono gli scarti industriali di Montedison di Castellanza, Ciba Geigy, Farmitalia, raffinerie di Rho e altre industrie dedite a tintoria, fonderia, chimica, plastica, eccetera. In quegli anni Gerenzano era per la Lombardia quello che ai giorni nostri è la terra dei fuochi per la Campania, e quando i manifestanti di questa zona bloccavano i camion diretti alle discariche, le strade di Milano si riempivano di spazzatura e bidoni bruciati esattamente come avviene oggi in altre città del sud d'Italia. Non è il caso di dilungarsi ma dopo il 1990 molti rifiuti industriali lombardi, sono certamente finiti in Campania o, se non sono leggende, in altri continenti del mondo o in fondo al mare.
Quello che conta, per molti, è soltanto guadagnare.

Attualmente le colline verdi di Gerenzano sono dotate di pozzi di decantazione per il prelievo e la depurazione del percolato di risulta. Purtroppo il livello della falda acquifera sottostante continua a crescere rischiando il proprio inquinamento.
Il biogas sprigionato dalla pancia malata di quelle colline è stato finalmente utilizzato per produrre energia mentre per almeno 20 anni fu sprecato bruciandolo per non ammorbare l'aria circostante (ogni anno avrebbe potuto sopperire alle necessità energetiche di una città come Saronno). Le colline verdi sono internamente ricoperte con una guaina sintetica che dura mediamente 25 anni. Non si sa cosa succederà poi.

Nell'ambito della serata, gli interventi del pubblico e gli approfondimenti, sempre molto esaustivi, di Pier Angelo Gianni hanno evidenziato alcuni punti fondamentali:
  • La discarica potrebbe essere definitivamente bonificata con appositi interventi.
  • Il denaro guadagnato con il biogas si può utilizzare per la bonifica.
  • Le industrie responsabili dell'inquinamento dovrebbero farsi carico della bonifica.
  • L'Europa stanzia denaro per la bonifica di molte discariche dell'Est al quale, forse, avrebbe diritto pure l'Italia.
Per ora, in attesa di interventi più qualificati, si spera che A2A (società a partecipazione privata) continui a garantire la sicurezza delle nostre colline verdi con gli interventi contrattuali descritti in precedenza.
Per quanto riguarda la discarica di Cerro Maggiore esiste un progetto per ultimare il suo riempimento con materiali inerti non ben definiti per poi trasformarla in un campo da golf. Sarà bene controllare regolarmente cosa avviene in quella zona.
“Le vicende del passato inducono a non fidarsi”.

Gastone Campanati

lunedì 10 novembre 2014

Legalità e trasparenza: approvata con l'astensione di Magistrali, Casati e Rosalba Turconi


Venerdì sera è stata approvata la delibera "trasparenza a costo zero". Si è parlato di trasparenza, legalità, lotta alla corruzione e alle infiltrazioni. 13 voti a favore e 3 astenuti. Indovinate chi?
Guardate il video del consiglio comunale da 1.11.40 a 2.00.10, ne vedrete delle belle!

domenica 9 novembre 2014

Spese da campagna




Sul sito del comune sono state pubblicate da qualche tempo le spese elettorali dei gruppi che hanno concorso alle ultime elezioni.
Sulle spese riportate, per chiarezza di lettura ci permettiamo di fare notare alcuni particolari:
Vivere Rescaldina ha riportato tutte le spese della campagna elettorale intendendo questa in senso ampio e non riferita solo all'ultimo mese prima delle elezioni (in questo caso la spesa dichiarata sarebbe stata decisamente minore ma non realistica). Abbiamo scelto, per trasparenza, di riportare anche tutte le entrate e non solo le spese. Sempre in tema di trasparenza il nostro gruppo ha deciso di aprire un contocorrente dedicato alla sola campagna elettorale con la registrazione e quindi la perfetta tracciabilità di tutte le spese e di tutte le entrate. Probabilmente VR è l'unico gruppo che ha compiuto questa scelta.
Il nostro percorso verso le elezioni è iniziato il 30 novembre scorso e ha messo in atto una serie di iniziative volte a coinvolgere i cittadini nella stesura del programma e nella gestione della campagna stessa. Caffè, aperitivi, cene, cartelloni, pieghevoli, programmi, hanno avuto un costo ma i cittadini che man mano ci hanno affiancato nell'avventura ci hanno offerto il loro contributo in misura maggiore delle spese sostenute portandoci alla fine ad avanzare (unica lista tra quelle presentate) più di 400€ che abbiamo destinato ad una iniziativa di solidarietà.
Abbiamo scelto quindi, nella rendicontazione, di indicare tutte le spese effettuate anche quando queste sono state coperte dagli stessi partecipanti. Per esempio, nella festa di primavera, quando abbiamo presentato la lista dei candidati, abbiamo speso 3.696€ di catering ampiamente compensati dalla quota che ciascun partecipante ha pagato (raccolti 3950€).
Avremmo potuto, come hanno fatto altri, scegliere di coinvolgere la gente solo su facebook o su qualche Blog, avremmo così speso meno soldi ma avremmo coinvolto solo i giovani dotati di computer e non tutta quella fetta di gente che spesso viene dimenticata.
Il nostro obiettivo quindi non era solamente la pubblicità del nostro pensiero (come ha inteso qualche gruppo) ma quello di costruirlo insieme alla gente con cui ancora oggi, ogni seconda domenica del mese ci troviamo per confrontarci e raccogliere idee e proposte.
La nostra quindi è stata una campagna elettorale lunga, coinvolgente e ricca di iniziative che si è auto-sostenuta grazie alla grandissima partecipazione di persone che hanno creduto nelle idee e nello stile di Vivere Rescaldina scegliendo di sostenerla fino in fondo in tutte le sue iniziative.
Anche da qui passa una politica diversa, dal coinvolgimento della gente, dal chiedere alle persone di sostenere in prima persona una campagna elettorale in cui credono, dalla trasparenza e dalla tracciabilità dei conti per arrivare infine alla scelta di riportare tutte le spese fino anche al tavolino che sta sotto al gazebo comprato nel corso della  campagna.

giovedì 6 novembre 2014

Mozione ACCAM: una amministrazione impegnata verso rifiuti zero




"Giunta comunale e Sindaco sono impegnati a valutare, dandone assoluta priorità, tutte le alternative all'incenerimento dei rifiuti presso ACCAM” - è questo il nocciolo della mozione approvata in Consiglio Comunale lo scorso venerdì.
Seppur tra qualche polemica per non avere preso posizione sull'art. 35 dello “sblocca Italia” (che nell’ipotesi per cui lavoriamo di alternativa all’incenerimento comunque non si applicherebbe all’impianto ACCAM) la maggioranza (insieme al Consigliere Crugnola co-firmatario della mozione) ha approvato una mozione (simile a quella presentata dal Movimento 5 Stelle) ribadendo la consapevolezza e l'importanza di non rimanere fermi di fronte al problema dello smaltimento dei rifiuti, e dimostrando di essere impegnata in prima fila nel considerare e valutare tutte le alternative all'incenerimento, soprattutto dando priorità alle politiche di riduzione, di riuso e di raccolta differenziata finalizzata al riciclo dei rifiuti urbani.
"Mi impegno in prima persona nello sforzo della mia Amministrazione verso rifiuti zero”, dice il Sindaco Cattaneo che aggiunge: “Lo faremo coinvolgendo tutti i cittadini, le realtà produttive, i commercianti del commercio di vicinato, i bambini delle scuole. Creeremo insomma un largo movimento di educazione e di formazione di una coscienza ecologica in cui ogni singolo si senta impegnato nel raggiungere l'obiettivo comune di portare Rescaldina a ridurre la quantità totale di rifiuti prodotta e a raggiungere percentuali di raccolta differenziata mai viste prima nel nostro paese”.

Il primo appuntamento di questo cammino sarà la conferenza: “Per non dimenticare – 50 anni di discarica tra Gerenzano e Rescaldina”: venerdì 14 novembre alle ore 21.00 in auditorium comunale, il Comitato La. Terr.A. e Gerenzanoforum ci guideranno nella scoperta della storia della discarica di Gerenzano.

Perchè prima no e poi sì?


Scelte di responsabilità, a tutela di ambiente ed equità


Febbraio 2014. Consiglio comunale.
In consiglio comunale, a febbraio, avevo illustrato come nella zona interessata erano state commesse ingiustizie nella pianificazione urbanistica, prevedendo dei vincoli di inedificabilità solamente nelle zone residenziali e non anche nelle zone a destinazione produttiva. Avevo infatti fortemente criticato l’identificazione di cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B” da parte della passata Amministrazione, a discapito dell’equità e della tutela del territorio. Avevo inoltre criticato le modalità con cui la passata Amministrazione procedeva all’adozione (adozione, appunto) di un progetto senza il coinvolgimento dei cittadini e senza la necessaria tutela della zona residenziale adiacente al capannone in progettazione, prevedendo una fascia alberata troppo limitata e passando da una forzatura interpretativa, a mio personale parere, delle previsioni della scheda di trasformazione interessata (che prevedeva la tutela della fascia alberata esistente).

Ottobre 2014. Consiglio comunale.
Il progetto, DIVERSO, torna in aula per una DIVERSA fase amministrativa, l’approvazione (che è, appunto, DIVERSA dall’adozione), sulla base delle previsioni del (purtroppo) medesimo strumento di pianificazione (PGT) realizzato dalla precedente Amministrazione. Da una parte, quindi, la (legittima) richiesta di un’azienda che chiede di costruire (interesse privato), sulla base di un diritto garantito dalla legge, dalle previsioni del vigente PGT e dall’adozione del progetto da parte della passata Amministrazione; dall’altra parte l’attuale Amministrazione, chiamata a tutelare l’ambiente, l’equità e in generale l’interesse pubblico, con gli strumenti messi a disposizione dalla legge. L’Amministrazione ha quindi incontrato sia l’azienda che i cittadini proprietari dei terreni residenziali adiacenti al terreno interessato al fine di trovare una soluzione che, sulla base del PGT (purtroppo) vigente e nei limiti previsti dalla legge, avrebbe potuto tutelare il diritto (ahinoi) acquisito del privato a costruire e l’interesse pubblico alla tutela del territorio e all’equità. La soluzione, proposta nel Consiglio comunale di ottobre, è stata quella di approvare un progetto DIVERSO da quello adottato, con 400 mq di verde in più rispetto al progetto precedente, posizionato nella parte adiacente ai terreni residenziali. Il risultato, legittimato da un parere legale visionato successivamente al Consiglio comunale di febbraio, è stato quindi un bilanciamento di interessi a tutela dell’ambiente e dell’equità.

Riepilogando, perchè prima no e poi sì?
  • Perchè il progetto di ottobre era DIVERSO da quello di febbraio, con 400 mq di verde in più rispetto al progetto precedente.
  • Perchè a Febbraio si votava l’adozione, e non l’approvazione, del piano attuativo: se l’Amministrazione non avesse approvato il piano attuativo adottatto, il Comune avrebbe rischiato un ricorso al TAR con conseguente richiesta di annullamento e risarcimento danni (danni che avrebbero poi dovuto pagare tutti i cittadini rescaldinesi).

     Daniel Schiesaro
    Vivere Rescaldina

In consiglio comunale torna il tema legalità!



Dopo due anni esatti l'argomento "legalità e trasparenza" torna in Consiglio Comunale e ci torna per una precisa volontà del Sindaco e della maggioranza che già in campagna elettorale avevano sottoscritto pubblicamente in piazza l'adesione alla Carta di Pisa, il codice etico promosso per la prevenzione della corruzione e delle infiltrazioni nella pubblica amministrazione.

Se si può dare per scontato il voto favorevole alla delibera “trasparenza a costo zero” di “Noi x” e del Movimento 5 stelle che più di una volta hanno manifestato di aderire ai principi di legalità e trasparenza contenuti nella delibera, molto meno scontata è l'adesione di Magistrali che già nel 2012 aveva bocciato l'adozione della Carta di Pisa trincerandosi dietro un “a noi non serve una Carta per essere onesti” proprio mentre però imponevano, come previsto dalla legge, un codice etico a tutti i dipendenti comunali.

Già in commissione consiliare Magistrali ha avanzato dubbi sulla necessità della trasparenza di redditi e patrimonio dei consiglieri dicendo di non volere soddisfare la curiosità dei cittadini.
La maggioranza invece procede decisa con la sicurezza di chi non ha niente da nascondere, con la tranquillità di chi si sottopone volentieri alla lente di ingrandimento dei cittadini che devono avere tutto il diritto e le possibilità di controllare chi hanno scelto per amministrare la cosa pubblica. 

Per approfondire:

domenica 2 novembre 2014

Celebrazioni del 4 novembre: il discorso del Sindaco



Riportiamo integralmente il discorso del sindaco alle celebrazioni per il 4 novembre:

Ringrazio tutti gli intervenuti: le forze dell'ordine, carabinieri e polizia locale, i consiglieri comunali, la banda e soprattutto i cittadini oggi presenti. Ringrazio i dipendenti comunali, i messi, l'ufficio lavori pubblici, l'ufficio segreteria che hanno coordinato la preparazione dell'evento. Sono grato in particolar modo alle volontarie di Rescalda e Rescaldina che hanno cucito e confezionato le bandiere che adornano i monumenti, le lapidi e il palazzo comunale.

Cosa festeggiamo oggi?
    Il IV novembre si festeggiano l'Unità d'Italia e le forze armate. Rivolgo quindi da subito il mio pensiero grato ai nostri carabinieri che ogni giorno vigilano sulla nostra comunità e concorrono a rendere Rescaldina un luogo sicuro in cui vivere. La loro presenza in mezzo a noi è una presenza amica, è una realtà a cui i cittadini possono rivolgersi non solo per denunciare ma anche per essere ascoltati e consigliati.

    In questa festa però che ricorda anche la fine della prima guerra mondiale non posso non rivolgere il mio pensiero ai caduti militari e civili. I dati degli storici parlano di 651.000 militari caduti a cui aggiungere i civili deceduti durante il conflitto: 1.021.000 morti, di cui 589.000 a causa di malnutrizione e carenze alimentari e 432.000 a causa dell'influenza spagnola. Si tratta quindi di 1.672.000 morti che rapportati ad una popolazione allora di circa 35.000.000 di italiani significa un lutto globale, un lutto che ha colpito tutta la popolazione di una intera nazione.

    Il prof. Restelli e l'ANPI giovedì sera ci hanno descritto la realtà del primo conflitto mondiale: una realtà fatta di trincee, di soldati giovanissimi, impreparati, mandati al massacro per un ideale lontanissimo dalla realtà da cui lo Stato li aveva strappati.
    Proviamo a immaginarci il freddo estremo o il caldo torrido vissuti in una trincea, i pidocchi, la paura, le malattie, la convivenza quotidiana con la sofferenza, con la morte dei commilitoni spesso visti morire dissanguati a pochi metri di distanza e senza alcuna possibilità di intervenire.
Immaginiamoci, anche se il pensiero ci sembra intollerabile,  i nostri ragazzi di 18 o 19 anni costretti a lasciare le nostre case; immaginiamoci l'ansia, l'angoscia, la paura di vederci recapitare un giorno un telegramma con la tragica notizia di morte.

    E allora, torno alla domanda iniziale, cosa festeggiamo oggi?
Non certo una vittoria, non certo la conclusione di un conflitto che altro non è stato che il prodromo di un altro conflitto ben più pervasivo e sanguinoso.
Festeggiamo però la memoria, ricordiamo i nostri morti, ricordiamo le sofferenze che il conflitto ha causato.

    Lasciamo allora che in questa cerimonia risuonino in noi questi pensieri, si rincorrano nel nostro cuore le contraddizioni, le tensioni morali, i pensieri di sofferenze e anche, perché no, di pace.
    Sono passati cento anni dall'inizio della prima guerra mondiale, cento anni che non devono avere reso vano tutto quanto è successo, cento anni di conflitti che però devono confermarci sempre più che la vera vittoria è la PACE una pace fatta di rispetto, valori morali, servizio, bene comune.

Il "mito" della grande guerra


La “Grande Guerra”, è stata ancora una volta oggetto di studio nella conferenza che si è tenuta Giovedì 30 Ottobre a Rescaldina, presso “Villa Rusconi”.

Sono trascorsi cent'anni dallo scoppio della prima guerra mondiale e l'ANPI di Rescaldina, con l'ausilio dei suoi ospiti, ha pensato bene di organizzare quest'incontro per meglio approfondire circostanze, cause e conseguenze che portarono il mondo ad accollarsi quegli avvenimenti tragici che gli  costarono quasi 10 milioni di vittime, circa quattro al minuto per 52 mesi, con l'aggiunta di molti feriti e invalidi che versavano in condizioni disastrose.
I relatori della serata, Giancarlo Restelli e la sua collaboratrice Renata Pasquetto, ci hanno elencato i motivi che causarono il conflitto e come si svolse. Il terzo relatore, Roberto Curatolo, ha fatto notare come le condizioni di vita tragiche dei militari in prima linea non impedissero spunti letterari di grande livello artistico. La sua lettura delle poesie di alcuni tra i poeti più importanti che vissero in prima persona quell'esperienza, ha toccato le corde più sensibili di molti tra il pubblico.

Il dizionario della lingua italiana definisce “Mito” l'immagine idealizzata di una persona o di un evento.
Nel titolo dell'articolo il termine “mito” è tra virgolette perché il regime fascista che prese il potere a pochi anni di distanza dalla “Grande Guerra”, utilizzò quei tristi avvenimenti per biechi fini propagandistici raccontandoci battaglie favolose durante le quali molti eroi erano pronti ad immolarsi per il “bene” della patria.
Benito Mussolini non raccontò la vita putrida in trincea, la fame, la sete, le malattie, il filo spinato che lacerava la carne dei soldati, l'ingordigia cinica di alcuni industriali senza scrupoli che, fra tante cose, fornivano all'esercito italiano ridicole e inutili armature che neppure Carlo Magno, nell'ottavo secolo, avrebbe fatto indossare ai suoi cavalieri. Nel ventennio fascista non si raccontò neppure la pazzia di ufficiali incapaci che ordinavano inutili assalti alle postazioni nemiche e ancora oggi non si comprende perché, dopo cento anni, ci siano vie o piazze dedicate al generale Luigi Cadorna, primo responsabile di strategie, da molti ritenute suicide.
A distanza di sei anni dalla fine del conflitto quel generale fu promosso Maresciallo d'Italia per ordine di Benito Mussolini.
Diciamo sempre che l'esperienza aiuta a non ripetere gli stessi errori ma, a quel tempo, le cose andarono diversamente. La carneficina del '14 - '18 fu talmente “bella e gloriosa” per i potenti di allora che dopo soli 21 anni i soliti guerrafondai decisero che si doveva ricominciare.

Dobbiamo essere tutti molto attenti a quanto avviene attorno a noi perché, come dice qualcuno: “Quando la politica non è più in grado di risolvere i problemi che le si presentano... scoppiano le guerre”.

Gastone Campanati