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giovedì 18 aprile 2013

Il silenzio dei giovani

La sera di giovedì 11 aprile 2013 ho partecipato al Convegno “ Istruzione – Giovani- Sport” ed è stata un’occasione di ascolto e di dibattito su tematiche significative per il mondo giovanile e per gli adulti che operano in questi ambiti culturali della nostra società.
Concordo con quanto detto precedentemente dal signor Campanati per quanto riguarda l’interesse suscitato dai relatori sul pubblico presente, ma è su questo aspetto che vorrei esprimere una mia considerazione, purtroppo un po’ amara. Guardandomi attorno l’altra sera, ho notato un esiguo numero di giovani ed un altrettanto scarso numero di insegnanti, soprattutto della scuola media e della scuola superiore. Ma dove sono gli studenti e i loro docenti? Perché i ragazzi non sono stimolati a partecipare a questi dibattiti? Lo stesso discorso vale per le interessanti serate che offre l’ANPI di Rescaldina e che coinvolgono un pubblico scarno, nonostante la valenza culturale delle proposte. Dove dobbiamo andare a cercarli i nostri giovani? Quali sirene sono più allettanti di quello che noi proponiamo loro? Ovviamente la domanda è retorica, perche sappiamo bene che bar, centri commerciali, serate alla playstation la fanno da padroni e possiamo anche aggiungere che RESCALDINA NON E’ UN PAESE PER GIOVANI, ma per una volta mi piacerebbe incontrarli. Vorrei chiedere loro come vivono, cosa pensano, quali sogni hanno, perché se noi adulti non conosciamo i loro desideri, come possiamo fare per tentare di aiutarli a crescere. Se persiste questo silenzio, non ci sarà mai un dialogo. E a tal proposito ho ripensato ad una lettura fatta nell’ottobre 2002 su Repubblica, riguardante un articolo di M.Lodoli, un insegnante di lettere di un istituto professionale. Il titolo, nella sua drammaticità, recitava così “Il silenzio dei miei studenti che non sanno più ragionare”. L’autore ( vi consiglio di leggere i suoi libri) parlava in modo pessimistico dell’intelligenza degli studenti che si sta spegnendo, sostenendo che nella nostra società è in atto da qualche tempo un deficit progressivo dell’intelligenza nei ragazzi delle classi sociali più povere. Proprio l’altra sera ho sentito dire dal relatore che oggi la scuola sta segnando sempre più il divario tra studenti agiati e poveri, venendo meno alla sua missione di pianificare le differenze. Io, nel mio lavoro quotidiano, non ho perso la voglia di dialogare con i ragazzi, perché tra di loro ci sono menti vivaci ed entusiasmi da ascoltare,ma mi piacerebbe che anche i giovani del mio paese facessero sentire ogni tanto la loro voce.

Maria Carla Vignati

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