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martedì 7 ottobre 2014

Rwanda: fu genocidio!




All'auditorium di Rescaldina, Domenica 5 Ottobre, si è svolto uno degli eventi che compongono l'insieme di iniziative, “Rescaldina in cammino”, organizzate dall'amministrazione comunale, per parlare di convivenza pacifica tra i popoli.
Uno spettacolo teatrale ha raccontato un fatto reale, avvenuto nell'Aprile 1994, durante il terribile tentativo di sterminio compiuto in Rwanda dall'etnia Hutu nei confronti dell'etnia Tutsi. Conseguenza di odi e conflitti preesistenti da molto tempo.

Lo spettacolo, rappresentato dagli attori Marco Cortesi e Mara Moschini, è stato allestito con una semplicità estrema. I costumi neri dei due interpreti, e il telo del medesimo colore steso alle loro spalle, lasciavano chiaramente intendere, fin dall'inizio, che le cose più importanti sarebbero state le loro voci e la storia che avrebbero raccontato. Alla fine il pubblico è rimasto soddisfatto della serata.
I due attori recitano in numerose città, in Italia e all'estero, portandosi appresso i modesti impianti di scena adoperati ieri a Rescaldina, dove hanno sicuramente meritato gli applausi scroscianti di cui sono stati omaggiati.
La storia che hanno raccontato è molto commovente. Racconta un fatto reale, frutto del coraggio e dello spirito di fratellanza di un uomo ed una donna, di diversa etnia, che ebbero la forza di andare contro corrente e di ribellarsi alle violenze che avvenivano tra le loro genti, in quei momenti terribili.
Furono circa 800 000 le persone uccise in Rwanda in un periodo di 104 giorni:
7692 omicidi al giorno. Un calcolo agghiacciante.

“E' necessario parlare di atrocità, affinché non si ripetano” si dice sempre.
La storia del passato, e anche del presente, insegna che sono numerosi i casi in cui si preferisce incolpare qualche piccolo gruppo, dei malesseri della collettività.
Sarebbe più logico pensare che i problemi, quando ci sono, non si risolvono sopprimendo i “diversi”, bensì coinvolgendo tutte le forze disponibili, ognuna con i suoi specifici talenti.
Potremmo ricordare decine di tentativi di genocidio avvenuti in ogni parte del mondo nell'ultimo secolo ma è preferibile stendere un velo pietoso su quanto è già accaduto, e su quanto ancora accade, per non provocare le solite inutili polemiche su quali stragi fossero “giustificabili” e quali no. Non è necessario stabilire chi fosse il peggiore tra il tedesco Hitler ed il cambogiano Pol-Pot.

Sulla superficie di un muraglione di una città a noi vicina -non ricordo dove- una frase molto significativa diceva:
“Se alzi un muro non saprai mai cosa hai lasciato fuori.”
E' riportata alla fine di questo articolo affinché rimanga come motivo di riflessione.

Gastone Campanati

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