Scelte di responsabilità, a tutela di ambiente ed equità
Febbraio
2014. Consiglio comunale.
In consiglio comunale, a febbraio, avevo illustrato come nella zona
interessata erano state commesse ingiustizie nella pianificazione
urbanistica, prevedendo dei vincoli di inedificabilità solamente
nelle zone residenziali e non anche nelle zone a destinazione
produttiva. Avevo infatti fortemente criticato l’identificazione di
cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B” da parte
della passata Amministrazione, a discapito dell’equità e della
tutela del territorio. Avevo inoltre criticato le modalità con cui
la passata Amministrazione procedeva all’adozione (adozione,
appunto) di un progetto senza il coinvolgimento dei cittadini e senza
la necessaria tutela della zona residenziale adiacente al capannone
in progettazione, prevedendo una fascia alberata troppo limitata e
passando da una forzatura interpretativa, a mio personale parere,
delle previsioni della scheda di trasformazione interessata (che
prevedeva la tutela della fascia alberata esistente).
Ottobre
2014. Consiglio comunale.
Il progetto, DIVERSO, torna in aula per una DIVERSA fase
amministrativa, l’approvazione (che è, appunto, DIVERSA
dall’adozione), sulla base delle previsioni del (purtroppo)
medesimo strumento di pianificazione (PGT) realizzato dalla
precedente Amministrazione. Da una parte, quindi, la (legittima)
richiesta di un’azienda che chiede di costruire (interesse
privato), sulla base di un diritto garantito dalla legge, dalle
previsioni del vigente PGT e dall’adozione del progetto da parte
della passata Amministrazione; dall’altra parte l’attuale
Amministrazione, chiamata a tutelare l’ambiente, l’equità e in
generale l’interesse pubblico, con gli strumenti messi a
disposizione dalla legge. L’Amministrazione ha quindi incontrato
sia l’azienda che i cittadini proprietari dei terreni residenziali
adiacenti al terreno interessato al fine di trovare una soluzione
che, sulla base del PGT (purtroppo) vigente e nei limiti previsti
dalla legge, avrebbe potuto tutelare il diritto (ahinoi) acquisito
del privato a costruire e l’interesse pubblico alla tutela del
territorio e all’equità. La soluzione, proposta nel Consiglio
comunale di ottobre, è stata quella di approvare un progetto DIVERSO
da quello adottato, con 400 mq di verde in più rispetto al progetto
precedente, posizionato nella parte adiacente ai terreni
residenziali. Il risultato, legittimato da un parere legale visionato
successivamente al Consiglio comunale di febbraio, è stato quindi un
bilanciamento di interessi a tutela dell’ambiente e dell’equità.
Riepilogando,
perchè prima no e poi sì?
- Perchè il progetto di ottobre era DIVERSO da quello di febbraio, con 400 mq di verde in più rispetto al progetto precedente.
- Perchè a Febbraio si votava l’adozione, e non l’approvazione, del piano attuativo: se l’Amministrazione non avesse approvato il piano attuativo adottatto, il Comune avrebbe rischiato un ricorso al TAR con conseguente richiesta di annullamento e risarcimento danni (danni che avrebbero poi dovuto pagare tutti i cittadini rescaldinesi).Daniel SchiesaroVivere Rescaldina
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