La sera di giovedì 11 aprile 2013
ho partecipato al Convegno “ Istruzione – Giovani- Sport” ed è
stata un’occasione di ascolto e di dibattito su tematiche
significative per il mondo giovanile e per gli adulti che operano in
questi ambiti culturali della nostra società.
Concordo con quanto detto
precedentemente dal signor Campanati per quanto riguarda l’interesse
suscitato dai relatori sul pubblico presente, ma è su questo aspetto
che vorrei esprimere una mia considerazione, purtroppo un po’
amara. Guardandomi attorno l’altra sera, ho notato un esiguo numero
di giovani ed un altrettanto scarso numero di insegnanti, soprattutto
della scuola media e della scuola superiore. Ma dove sono gli
studenti e i loro docenti? Perché i ragazzi non sono stimolati a
partecipare a questi dibattiti? Lo stesso discorso vale per le
interessanti serate che offre l’ANPI di Rescaldina e che
coinvolgono un pubblico scarno, nonostante la valenza culturale delle
proposte. Dove dobbiamo andare a cercarli i nostri giovani? Quali
sirene sono più allettanti di quello che noi proponiamo loro?
Ovviamente la domanda è retorica, perche sappiamo bene che bar,
centri commerciali, serate alla playstation la fanno da padroni e
possiamo anche aggiungere che RESCALDINA NON E’ UN PAESE PER
GIOVANI, ma per una volta mi piacerebbe incontrarli. Vorrei chiedere
loro come vivono, cosa pensano, quali sogni hanno, perché se noi
adulti non conosciamo i loro desideri, come possiamo fare per tentare
di aiutarli a crescere. Se persiste questo silenzio, non ci sarà
mai un dialogo. E a tal proposito ho ripensato ad una lettura fatta
nell’ottobre 2002 su Repubblica, riguardante un articolo di
M.Lodoli, un insegnante di lettere di un istituto professionale. Il
titolo, nella sua drammaticità, recitava così “Il silenzio dei
miei studenti che non sanno più ragionare”. L’autore ( vi
consiglio di leggere i suoi libri) parlava in modo pessimistico
dell’intelligenza degli studenti che si sta spegnendo, sostenendo
che nella nostra società è in atto da qualche tempo un deficit
progressivo dell’intelligenza nei ragazzi delle classi sociali più
povere. Proprio l’altra sera ho sentito dire dal relatore che oggi
la scuola sta segnando sempre più il divario tra studenti agiati e
poveri, venendo meno alla sua missione di pianificare le differenze.
Io, nel mio lavoro quotidiano, non ho perso la voglia di dialogare
con i ragazzi, perché tra di loro ci sono menti vivaci ed entusiasmi
da ascoltare,ma mi piacerebbe che anche i giovani del mio paese
facessero sentire ogni tanto la loro voce.
Maria Carla Vignati
Nessun commento:
Posta un commento
Inserisci qui il tuo commento all'articolo.
Ricorda: solo commenti costruttivi, niente insulti!!! Su questo Blog vogliamo costruire una "Rescaldina diversa" non vogliamo fare polemiche inutili.
I commenti vengono "moderati" proprio per prevenire quanto sopra e per prevenire lo spam. Nessun commento viene modificato dagli autori del Blog, al limite, non viene pubblicato...