Come avevamo riportato qualche tempo fa nel post "Ikea: quattro domande al sindaco" il primo cittadino di Rescaldina aveva promesso che la cittadinanza sarebbe stata coinvolta sulla questione Ikea il prima possibile e comunque prima di qualsiasi passo importante.
In realtà continuiamo a trovare delibere di giunta senza altra pubblicizzazione che la pubblicazione sull'Albo Pretorio on Line del sito del comune.
Alla giunta di settimana scorsa risale l'approvazione del protocollo di intesa tra il comune di Rescaldina e quello di Cerro Maggiore che sostanzialmente identifica nell'amministrazione cerrese l'ente capofila per le pratiche relative alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e per gli adempimenti collegati all'accordo di programma che prevede la costruzione del Centro Commerciale.
Sempre sul sito del comune è anche comparso l'avviso per pubblicizzare l'avvio dell'accordo di programma a cui i cittadini possono porre osservazioni entro 15 giorni (cioè entro il 5 febbraio). Nel frattempo, su diverse pagine Facebook i cittadini stanno esprimendo la loro perplessità sia sulla pubblicizzazione del documento (sembra che tutto si stia facendo in fretta e il più in silenzio possibile) che sulla effettiva possibilità di presentare osservazioni su qualcosa di sostanzialmente sconosciuto. Ed ecco che allora sarebbe auspicabile, quel coinvolgimento della città promesso dal sindaco che però tace mentre le delibere si susseguono lasciando l'impressione di una accelerazione di cui francamente si capiscono poco sia il senso che l'utilità.
Credo non vi sia alcun dubbio sul fatto che l'inserimento di un nuovo supermercato, più grande dell'Auchan e in una zona già di per se' congestionata come la nostra, possa raddoppiare le difficoltà di circolazione esistenti e la conseguente quantità di polveri, più o meno sottili, del cui pericolo tutti siamo a conoscenza. "L'Ikea porterà lavoro nella zona" dicono gli amministratori di Cerro e Rescaldina. "Si", ai reparti oncologici dei vicini ospedali, mi sento di rispondere.
RispondiEliminaAnche l'acciaieria di Taranto porta lavoro. Considerato che la vendita di prodotti Ikea è diminuita in tutta Italia, perchè mai vorranno colmare di cemento anche quel po' di spazio verde rimasto tra Cerro e Rescaldina? Per impadronirsi di un'importante area trategica, penso io. Il proprietario dell'Ikea è tra i dieci uomini più ricchi del mondo ed ha una montagna di denaro che non sa più come spendere. Avrà pensato che investire per acquistare un altro pezzettino d'Italia non è poi un'idea tanto malvagia.
E gli amministratori di Cerro e Rescaldina? Cosa avranno pensato? Come direbbe l'ormai famoso Carlo Petrini avranno pensato: "Se la caldaia non funziona (lavoro che non c'è) possiamo sempre bruciare il mobilio di casa (l'area verde tra i due paesi) piuttosto che iniziare a riparare la caldaia".
Diano quel terreno a dei giovani preparati e volonterosi che lo sappiano coltivare e far fruttare nel migliore dei modi. Forse avremo qualche commesso in meno, ma, vivremo di certo tutti più sereni.
Gastone Campanati
Il commento di Gastone mi trova d'accordo per la quasi totalità.
RispondiEliminaPropongo la lettura, attinentissima al tema, di un bel pezzo scritto da giovane economista Luciano Canova, ottimo spunto di riflessione anche per noi...
http://www.linkiesta.it/blogs/freakco/taranto-e-il-paradosso-della-felicita
Emanuele Domingo
Grazie Emanuele, ho letto e condiviso! Tutte le più rinomate civiltà storiche che ci hanno preceduto hanno vissuto di sviluppo, progresso e successiva decadenza. "E' davvero impossibile fermare quella decadenza?" mi chiedo. "Le società moderne che hanno provato cosa sia il benessere, devono veramente fare la fine di Thelma e Louise?" E stato sempre così ma quando sento che qualche giovane laureato intraprende un'attività di ricerca, arte, turismo o agricoltura, penso che non tutto è perduto e che forse è possibile invertire il senso della storia comune e raddrizzare la curva di quel diagramma allegato all'articolo che mi hai consigliato.
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