La discarica tra Gerenzano e
Rescaldina (la più grande d'EUROPA) torna a far parlare di se. Era
il 1962 quando si iniziò a riempire la cava della ditta Porro
Castelli di Gerenzano con tutto il pattume e gli scarti industriali
prodotti in Lombardia, e solo nel 1990 si pose fine a quello sconcio.
Fine dei problemi? Assolutamente no!
Le
colline verdi dall'aspetto innocuo, tra Gerenzano e Rescaldina, se
non sono monitorate e trattate a dovere, possono diventare
un'autentica bomba ecologica.
Per
questo motivo, con la conferenza del 14 Novembre scorso,
l'amministrazione di Rescaldina ha deciso di raccontare la storia
delle discariche che circondano il paese e di analizzare situazioni
che molti tra il pubblico ritenevano essere risolte per sempre.
Il
sindaco Michele Cattaneo, l'assessore all'urbanistica Marianna Laino
e il delegato del comitato “La TerrA”, Giovanni Arzuffi, hanno
preceduto con una breve presentazione il geologo protagonista della
serata Pier Angelo Gianni, appartenente all'associazione
“Gerenzanoforum”.
Pier Angelo Gianni, profondo
conoscitore delle vicende nefaste che da 50 anni accompagnano la
discarica di Gerenzano, ha disegnato un quadro terribile di ciò che
è successo tanto tempo fa e di cosa ancora potrebbe accadere oggi.
In quella cava con fondo ghiaioso, senza alcuna protezione
sottostante, oltre ai rifiuti urbani per molti anni furono versate
scorie industriali altamente inquinanti. Nel 1975 una direttiva
europea stabilì che i rifiuti di genere diverso dovessero essere
smaltiti separati e sottoposti a trattamenti differenti a secondo
della loro composizione; oppure recuperati. Da quel momento in poi
venne deciso che chi inquinava avrebbe dovuto pagare i danni
procurati alla collettività. In Italia tali provvedimenti entrarono
in vigore solo nel 1982 e gli abitanti di questa zona possono essere
fieri di aver contribuito con le loro manifestazioni pacifiche a
procurare quelle decisioni politiche.
Nella
discarica di Gerenzano confluirono gli scarti industriali di
Montedison di Castellanza, Ciba Geigy, Farmitalia, raffinerie di Rho
e altre industrie dedite a tintoria, fonderia, chimica, plastica,
eccetera. In quegli anni Gerenzano era per la Lombardia quello che ai
giorni nostri è la terra dei fuochi per la Campania, e quando i
manifestanti di questa zona bloccavano i camion diretti alle
discariche, le strade di Milano si riempivano di spazzatura e bidoni
bruciati esattamente come avviene oggi in altre città del sud
d'Italia. Non è il caso di dilungarsi ma dopo il 1990 molti rifiuti
industriali lombardi, sono certamente finiti in Campania o, se non
sono leggende, in altri continenti del mondo o in fondo al mare.
Quello
che conta, per molti, è soltanto guadagnare.
Attualmente
le colline verdi di Gerenzano sono dotate di pozzi di decantazione
per il prelievo e la depurazione del percolato di risulta. Purtroppo
il livello della falda acquifera sottostante continua a crescere
rischiando il proprio inquinamento.
Il
biogas sprigionato dalla pancia malata di quelle colline è stato
finalmente utilizzato per produrre energia mentre per almeno 20 anni
fu sprecato bruciandolo per non ammorbare l'aria circostante (ogni
anno avrebbe potuto sopperire alle necessità energetiche di una
città come Saronno). Le colline verdi sono internamente ricoperte
con una guaina sintetica che dura mediamente 25 anni. Non si sa cosa
succederà poi.
Nell'ambito
della serata, gli interventi del pubblico e gli approfondimenti,
sempre molto esaustivi, di Pier Angelo Gianni hanno evidenziato
alcuni punti fondamentali:
La
discarica potrebbe essere definitivamente bonificata con appositi
interventi.
Il
denaro guadagnato con il biogas si può utilizzare per la bonifica.
Le
industrie responsabili dell'inquinamento dovrebbero farsi carico
della bonifica.
L'Europa
stanzia denaro per la bonifica di molte discariche dell'Est al
quale, forse, avrebbe diritto pure l'Italia.
Per
ora, in attesa di interventi più qualificati, si spera che A2A
(società a partecipazione privata) continui a garantire la sicurezza
delle nostre colline verdi con gli interventi contrattuali descritti
in precedenza.
Per
quanto riguarda la discarica di Cerro Maggiore esiste un progetto per
ultimare il suo riempimento con materiali inerti non ben definiti per
poi trasformarla in un campo da golf. Sarà bene controllare
regolarmente cosa avviene in quella zona.
“Le
vicende del passato inducono a non fidarsi”.
Gastone
Campanati